Pagelle Giro dei Paesi Baschi 2025: Almeida mai così efficace, si rivede ad alto livello Schachmann, la Visma|Lease a bike invece sparisce di nuovo – Bravi Velasco e Vergallito

João Almeida (UAE Team Emirates), 10: Lo dice lui stesso, a premiazioni finite: è il successo più importante della carriera, finora. Il portoghese comincia con un’ottima cronometro (secondo), è ben presente nella prima tappa mossa e poi mette il suo marchio sulla corsa vincendo le frazioni più complicate. Nell’ultima giornata di gara, in particolare, sfodera una dimostrazione di forza davvero notevole, riuscendo a staccare praticamente tutti i rivali e coronando al meglio il lavoro della squadra. Ad aggiungere pepe al risultato è sempre lui stesso, che dichiara di sperare che questo sia il successo più importante della sua carriera, sì, finora…
Maximilian Schachmann (Soudal Quick-Step), 9: A distanza di quasi quattro anni, si rivede il corridore capace di vincere due volte la classifica generale della Parigi-Nizza. Già nel 2024 si erano visti segnali importanti, ma questa settimana basca rilancia il tedesco nel novero dei corridori importanti. Si impone nella cronometro iniziale, difende il primato nella prima tappa mossa e poi lotta in maniera leonina su pendenze non propriamente adatte a lui: tanto impegno viene premiato dal terzo posto finale e dalla conseguente foto che rimane nella storia della corsa.
Enric Mas (Movistar), 8: Gli basta una gran giornata per balzare sul podio finale, riuscendo ad assorbire il divario incassato a cronometro e altre giornate trascorse là dove le telecamere inquadrano raramente. Avrebbe voluto chiudere con un successo, ma le sue richieste non sono state accolte da Almeida; alla fine, quindi lo spagnolo deve accontentarsi dell’ennesimo, sicuramente valido, piazzamento.
Ben Healy (Ef Education-EasyPost): 8: Ormai si è capito, è fatto così: prendere o lasciare. L’irlandese si conferma uomo non adatto a curare le classifiche generali, ma cavallo di razza perfetto per galoppate solitarie ed entusiasmanti, per quanto isolate. L’impresa che lo porta a vincere la quinta tappa è da applausi e la condizione è più che buona, come dimostra anche l’ottima prova del giorno successivo. Nella generale? Trentesimo. Non fa per lui, ma alla squadra e agli appassionati va più che bene così.
Alex Aranburu (Cofidis), 8: Cronometro a parte, il peggior piazzamento delle cinque tappe successive è un 12esimo posto. Poi ci sono stati, un quarto, due quinti e anche la vittoria, prima ottenuta, poi cancellata e ancor dopo ritrovata per via di una rotonda intricata. Lo spagnolo chiude addirittura settimo nella generale, raccogliendo una vagonata di punti UCI preziosissimi per la sua squadra, in lotta per non retrocedere.
Florian Lipowitz (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7,5: Un’altra dimostrazione di qualità, anche se alla fine della logorante ultima tappa si ritrova di pochissimo giù dal podio finale. A cronometro ci sa fare e in salita le qualità già si conoscevano: il secondo posto alla recente Parigi-Nizza non era proprio un risultato illusorio. È lui a salvare parzialmente il bilancio di squadra, con Aleksandr Vlasov (voto 6) e Finn Fisher-Black (voto 5,5) che si limitano a svolgere lavori per conto terzi, chiudendo lontani dalle posizioni che contano nella generale.
Simone Velasco (XDS Astana), 7,5: Calato alla perfezione nella missione-salvezza cui è dedita tutta la squadra da inizio anno, è sempre presente nei momenti che contano (terzo nella quinta tappa), tanto da chiudere con un rispettabilissimo nono posto in classifica generale. La raccolta-punti UCI è andata, nuovamente, più che bene per il campione italiano 2023.
Isaac del Toro (UAE Emirates XRG), 7: Il giovanotto messicano si conferma corridore di gran qualità, spendendosi per i compagni e trovando anche il modo di farsi notare in termini individuali: chiude con un secondo e un quarto posto parziali, nelle due tappe più dure, e anche con la maglia di miglior giovane da mettere in bacheca.
Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), 7: Quando la strada sale, lo trovi sempre più spesso nel gruppo dei migliori, almeno dopo le prime ondate di selezione. Non riesce a spiccare perché cura più la regolarità che non la fuga e alla fine chiude 16esimo, confermando una tendenza che lo vede nella seconda, rispettabile, pagina di questa tipo di corse (nel 2025 è già stato 15esimo all’Algarve e 22esimo alla Parigi-Nizza).
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 6,5: In termini di valori assoluti, il podio era alla sua portata, ma non riesce a far valere le sue qualità. Si conferma comunque gran lottatore, assorbendo una caduta, durante l’ultima tappa, che avrebbe potuto fiaccarne fisico e volontà: il quinto posto finale è buono, ma per lui non entusiasmante.
Bruno Armirail (Decathlon Ag2R La Mondiale), 6,5: Va in fuga praticamente ogni volta che può e alla fine porta a casa la maglia di capolista della classifica dei Gran premi della Montagna. Un premio alla costanza e alla dedizione.
Romain Grégoire (Groupama-FDJ), 6,5: Due bei piazzamenti (in un caso uno di questi era diventato pure una vittoria, per qualche ora), a conferma di un corridore che sa come muoversi nei finali più mossi e accidentati.
Caleb Ewan (Ineos Grenadiers), 6: A vederlo nella formazione designata c’è stata un po’ di sorpresa, dato che il percorso di Itzulia proprio non è nelle corde del velocista australiano. Lui, per tutta risposta, affronta la cronometro senza forzare, vince la seconda tappa (l’unica per velocisti) e poi torna a casa. Il suo l’ha fatto, indubbiamente, ma non è proprio un atteggiamento che aiuta a farsi voler bene dal pubblico.
Pello Bilbao (Bahrain Victorious), 6: Finisce a terra nella seconda tappa, ne esce maluccio, ma decide di portare a termine la corsa, che per lui è quella di casa, con la consueta, ammirevole, determinazione. Prova anche a concedersi una fuga, ma non è la sua settimana. Si rifarà.
Thibau Nys (Lidl-Trek), 5,5: Da un corridore che nel 2024 aveva vinto almeno una tappa nelle cinque gare a tappe affrontate, ci si aspettava parecchio di più. Forse non si è adattato al meglio al percorso o forse la condizione è ancora in fase di costruzione. Ora lo si aspetta sulle Ardenne.
Julian Alaphilippe (Tudor), 5,5: Qualche segnale, ma siamo ancora lontani dal corridore che fu. Un discreto piazzamento, un tentativo di fuga e il ritiro nel corso dell’ultima tappa non compongono un bilancio esaltante.
Wilco Kelderman (Visma|Lease a Bike), 5,5: Le ambizioni di classifica della squadra poggiavano su di lui, ma si è perso nell’ultima tappa, scivolando parecchio indietro e non riuscendo a sfruttare una buona occasione per giocarsi le sue carte: il suo piazzamento finale corona, in termini negativi, una settimana davvero mesta per la formazione neerlandese.
Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), 5,5: Tornava in gara dopo l’infortunio patito alla Parigi-Nizza e probabilmente la condizione non era ancora delle migliori. Tiene botta finché può, ma uno scalatore di razza come lui avrebbe potuto fare ben di più: chiude 13esimo nella generale.
Sepp Kuss (Visma|Lease a Bike), 5: Quasi irriconoscile, rispetto al corridore che ha fatto brillare gli occhi nelle scorse stagioni. Esce subito di classifica, prova a riscattarsi con le fughe, ma è emblematico quel che succede nell’ultima giornata, quando lo statunitense entra nel tentativo giusto, si stacca e finisce addirittura per ritirarsi con qualche decina di chilometri ancora da percorrere.
Maxim van Gils (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Dato il disegno della tappe, ce lo si poteva attendere ben più protagonista. Invece non va oltre il sesto posto di giornata e chiude oltre la 50esima posizione nella generale. Anche lui adesso guarda alle Ardenne, ma da un colpo di CicloMercato così desiderato ci si aspetta sicuramente di più.
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